Elena, “la splendente”, dal greco antico “torcia”, “fiaccola “… la nostra Elena illumina la palestra con la sola presenza. Il sorriso che le brilla sul volto è impagabile. Fonte di gioia, è amata da tutte le compagne. Stregata dalla ginnastica artistica al punto che anche gli infortuni più gravi non l’hanno mai fatta desistere. La passione, più forte anche dei ritmi dell’università, non le ha impedito di prepararsi per questa competizione.
A Civitavecchia si chiude la stagione di gare del 2014. Il Campionato di Categoria Juniores/Seniores è, dopo gli assoluti “riservati agli atleti delle nazionali”, la più importante competizione della Federazione Ginnastica d’Italia. Con la pioniera Elena Cusa si riapre una porta chiusa da decenni, nessun atleta della Fanfulla aveva più partecipato a questo campionato.
“Abbiamo deciso di provare per dare un senso alla stagione – commenta il coach Barbareschi – e anche per ripagare Elena di tutto l’impegno, degli anni di lavoro e sacrifici. Già il bronzo regionale ha reso giustizia e dato fiducia, con il quindicesimo posto della classifica finale siamo davvero contenti, considerando poi che un errore organizzativo non ha consentito la presentazione di un salto al volteggio di valore superiore, il risultato ci va anche stretto”.
C’è qualche rimpianto?
“Il rimpianto da allenatore è semmai quello di averla conosciuta tardi, ho sempre creduto nelle sue potenzialità, abbiamo provato a costruire gli esercizi spingendoci in molte direzioni ma il tempo perso negli anni da allieva le ha impedito di crescere di più. Adesso è tempo di recuperare dagli acciacchi che da tempo la perseguitano, poi vedremo… mai dire mai”.
Ed Elena…cosa dice?
Io sono ancora qua… Eh già.
Che esperienza! Sono soddisfatta! Perché già era difficile credere di fare categoria, era una sfida improbabile al solo pensarci, poi ho fatto 2 ottime gare sui 4 attrezzi e nel contesto mi sono sentita all’altezza.
Eri agitata?
Rispetto alla gara regionale ero più agitata perché non mi sentivo in forma, poi mi sono tranquillizzata perché nelle rotazioni eravamo in poche e mi sembrava quasi un allenamento. Sinceramente mi aspettavo un’organizzazione più imponente…
Delusa?
Delusa no, beh… era la finale del campionato italiano di categoria, invece sembrava una gara regionale.
Soddisfatta?
Del risultato assolutamente sì! Come dice spesso il mio allenatore siamo arrivati in doppia cifra, ma senza alcune sbavature si poteva tranquillamente finire tra le prime dieci. Tuttavia, considerando che tra le prime c’erano ginnaste di serie A e alcune in odore di nazionale sono molto orgogliosa della mia prestazione.
È stato difficile coniugare preparazione e studio?
Ho cercato di ottimizzare i tempi tra università e palestra con grande difficoltà ma con la voglia di prepararmi al meglio perché fare ginnastica è la mia più grande passione. La spalla mi ha dato seri problemi di resistenza e ho fatto davvero fatica, qualche antidolorifico mi ha consentito di finire la gara. Mentre le gambe mi hanno supportato e mi hanno permesso di fare uno dei più bei corpo liberi della mia carriera, poi il bellissimo body che mi ha prestato la mia carissima amica Gio ha fatto il resto.
Il tuo allenatore dice che c’è stato un problema organizzativo…
Sì, per una mancanza nell’organizzazione non ho potuto eseguire lo tsukahara al volteggio e ho dovuto ripiegare su una semplice rondata, 2 punti in meno per colpa di una pedana troppo morbida.
Ma non ho alcun rimpianto. Anzi, ne approfitto per ringraziare: il mio allenatore che ha sempre creduto in me, il Fan Club al seguito che ha viaggiato con me e mi è stato vicino, il presidente che ci ha fornito il pulmino che il conducente Alonso ha guidato fino a Civitavecchia e ritorno, le mie compagne di allenamento che a distanza mi hanno sostenuta. Doverosa, la gratitudine a mamma e papà, che non si sono mai stancati di seguirmi gara dopo gara come fosse sempre la prima volta.
Progetti per il futuro?
Adesso è già ora di pensare al futuro con la testa da allenatore ma con un sacco di voglia e piacere di allenarsi ancora. Di appendere le scarpette al chiodo non se ne parla nonostante i 20 anni siano prossimi. Vedremo se il fisico mi sosterrà per ripetere ancora questa bella esperienza nel campionato di categoria. Ebbene sì, mi piacerebbe riprovare!!
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